Tenerife 2012
Copyright © 2007 by Giampaolo Cesana All Rights reserved E-Mail: posta@cesana.al.it
Designed by Giampaolo Cesana
Se l’Hotel Jacaranda ci era sembrato enorme, qui troviamo strutture alberghiere ancora più grandi e sfarzose, talvolta così eccessive e kitsch da sembrare fuori luogo, tanto da rendere il posto simile ad una piccola Las Vegas. Nonostante il nome di Las Americas, la lingua che più si sente usare dai turisti è il russo. I nuovi ricchi della Terra evidentemente hanno scelto questo luogo come meta vacanziera, ed infatti in tutti i negozi le scritte sono anche in cirillico.
Non c’è quindi più sembrato così strano che l’autonoleggio a cui ci siamo rivolti fosse gestito da russi…
Un po’ sconcertati dall’esagerazione del luogo, ci spostiamo di pochi chilometri e raggiungiamo Los Cristianos, altra località turistica del sud-ovest dell’isola. Qui le costruzioni e le strutture ricettive sono tradizionali, quasi dimesse al confronto di ciò che abbiamo trovato a Las Americas, ed il luogo sembra frequentato da un turismo locale più che internazionale. Anche i negozi sono tutt’altro che sfarzosi, ed espongono manufatti artigianali, piuttosto che articoli griffati e modaioli.
Il pomeriggio è dedicato allo shopping. A Costa Adeje, sul lungomare, ci sono innumerevoli negozietti gestiti da indiani, che vendono generi di abbigliamento contraffatti più o meno bene, ed oggetti high tech (telefonini, macchine fotografiche, player mp3) obsoleti o non più in produzione. In questo caso i consigli sono i soliti: grande attenzione alle fregature, non comprare mai nel primo negozio che si incontra ma girarne più d’uno in quanto la merce è sempre la stessa, trattare il prezzo in modo serrato fingendo di andarsene nel negozio a fianco.

