Sardegna 2011
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Secondo giorno
La nave salpa alle 8, quindi alle prime luci dell’alba lasciamo il B&B per raggiungere il porto, essendo il check-in previsto ben due ore prima della partenza. Il traghetto è in orario e le operazioni di imbarco sono veloci. Allontanatasi dalla costa, la nave si fa strada tra le onde, ed il vento teso ed il mare mosso riempiono i ponti di furiosi spruzzi d’acqua, costringendo i passeggeri a restare nei bar e nelle salette interne. Senza il diversivo delle passeggiate all’aperto, la noia prende il sopravvento ed il viaggio diventa interminabile. Ah, che bella invenzione l’aereo…
Intorno alle 14 arriviamo ad Olbia. Ci attendono 300 Km. di strada, ma è con sollievo che lasciamo la nave a bordo del Terios ed imbocchiamo la SS 131 che, passando accanto a Nuoro, prosegue per Oristano. Attraversata in diagonale la Sardegna, troviamo la E25 Carlo Felice, sulla quale percorriamo parecchi chilometri fino al bivio per Iglesias. Ormai manca poca strada e la cartina diventa inutile, in quanto la memoria, ancora precisa nonostante gli anni intercorsi, mi conduce con infallibile sicurezza tra bivi e stradine, e poi attraverso Portoscuso, fino a raggiungere il posteggio del nostro albergo. Il viaggio è finito, siamo arrivati, sono tornato.
Terzo giorno
La famiglia dorme ancora, quando esco dall’albergo con la macchina fotografica in mano. E’ mattina presto e c’è ancora poca gente in giro, mentre passeggio per Portoscuso lasciandomi guidare dai ricordi. Ci sono ancora la farmacia e la macelleria, esattamente dove me le ricordavo, mentre non trovo più la drogheria, con l’immagine indelebile nella mia memoria dei vasi di vetro colmi di caramelle colorate, allineati sullo scaffale di legno scuro alle spalle del bancone.
La nave salpa alle 8, quindi alle prime luci dell’alba lasciamo il B&B per raggiungere il porto, essendo il check-in previsto ben due ore prima della partenza. Il traghetto è in orario e le operazioni di imbarco sono veloci. Allontanatasi dalla costa, la nave si fa strada tra le onde, ed il vento teso ed il mare mosso riempiono i ponti di furiosi spruzzi d’acqua, costringendo i passeggeri a restare nei bar e nelle salette interne. Senza il diversivo delle passeggiate all’aperto, la noia prende il sopravvento ed il viaggio diventa interminabile. Ah, che bella invenzione l’aereo…
Intorno alle 14 arriviamo ad Olbia. Ci attendono 300 Km. di strada, ma è con sollievo che lasciamo la nave a bordo del Terios ed imbocchiamo la SS 131 che, passando accanto a Nuoro, prosegue per Oristano. Attraversata in diagonale la Sardegna, troviamo la E25 Carlo Felice, sulla quale percorriamo parecchi chilometri fino al bivio per Iglesias. Ormai manca poca strada e la cartina diventa inutile, in quanto la memoria, ancora precisa nonostante gli anni intercorsi, mi conduce con infallibile sicurezza tra bivi e stradine, e poi attraverso Portoscuso, fino a raggiungere il posteggio del nostro albergo. Il viaggio è finito, siamo arrivati, sono tornato.
Terzo giorno
La famiglia dorme ancora, quando esco dall’albergo con la macchina fotografica in mano. E’ mattina presto e c’è ancora poca gente in giro, mentre passeggio per Portoscuso lasciandomi guidare dai ricordi. Ci sono ancora la farmacia e la macelleria, esattamente dove me le ricordavo, mentre non trovo più la drogheria, con l’immagine indelebile nella mia memoria dei vasi di vetro colmi di caramelle colorate, allineati sullo scaffale di legno scuro alle spalle del bancone.
 "Ingresso di Portoscuso da Sud")
 "Municipio di Portoscuso")
 "Centro storico di Portoscuso con la sua chiesa")